Home  OneManPublisher  Download  eBook  TbookStory

  Tbook ebook libri romanzi

 

libri, libro, ebook, epub, mobipocket, gratis, libri novità, innovazione, letteratura, romanzo, romanzi, romanzi novità, thriller, fantapolitica, novità fantascienza, giallo, tecnologia, racconto, racconti

BFiction di Fausto Pasotti - Milano 2009 · Pagine: 450 - Prezzo: 7 euro

libri, libro, ebook, epub, mobipocket, gratis, libri novità, innovazione, letteratura, romanzo, romanzi, romanzi novità, thriller, fantapolitica, novità fantascienza, giallo, tecnologia, racconto, racconti

libri, libro, ebook, epub, mobipocket, gratis, libri novità, innovazione, letteratura, romanzo, romanzi, romanzi novità, thriller, fantapolitica, novità fantascienza, giallo, tecnologia, racconto, racconti
 


I pareri dei nostri lettori

Divertente, avvincente, ma anche istruttivo, quasi un case history di buon management.
"Comunicare è la cosa più difficile del management e probabilmente della vita stessa". Parole sante.
Franco M.

Voglio il modello matematico che sottende RayCube e anche la sua interfaccia grafica! Dovrebbero darlo come libro di testo alla facoltà d'informatica.
Cecilia B.

Una fantasia esplosiva, ci sono così tanti temi in questo libro che la trama descritta sul sito non gli rende minimamente giustizia. Il mondo dei samurai è descritto così minuziosamente che il solo personaggio di Akira avrebbe meritato un romanzo intero.
Straordinario, da non perdere.
Giovanni V.

 

 

Acquista a 7€  l'eBook (formato.prc)  e leggilo su computer, cellulare, PDA e eBook Reader


 
necessita del Reader gratuito di Mobipocket installabile su Windows, Palm OS, Windows Mobile, Symbian OS, Blackberry, Cybook, iRex,, Hanlin, BeBook

Oppure acquista a 7€  l'ebook (formato .epub) e leggilo con Adobe Digital Edition
necessita del Reader gratuito di Adobe Digital Edition installabile su Windows, Mac, Windows Mobile e vari EBook Reader (Sony, ecc.)

Scarica gratis 247 pagine delle 450 pagine di cui si compone il libro

 

La sinapsi Il punto di vista dell'autore


Lazlo Wishinsky è uno studente della Bocconi. Fidanzato con una ricca milanese, Giangi Sforza, è al secondo anno della laura magistrale in Economia e Scienze Sociali. Grande matematico, buon programmatore e appassionato di future studies, ha sviluppato un sistema previsivo innovativo denominato S2ES (Strategic Scenarious Expert System) che sta dando i primi risultati positivi, facendogli vincere delle belle somme al totocalcio.
Durante una sperimentazione scientifica chiede al sistema di realizzare una previsione a vent'anni sulle quote di mercato dei tre principali sistemi operativi concorrenti nel mondo del personal computing, ossia Windows, Linux e Apple. Il sistema dopo una lunga elaborazione assegna allo sconosciuto B2 una quota dell'ottanta percento. Pensando a un errore di elaborazione, Lazlo cerca la fonte sulla quale S2ES si è basato per giungere a quella sorprendente proiezione. Si ritrova così nel sito della Melting Pot una piccola software house milanese dedita allo sviluppo di un unico videogame intitolato Save the Earth!
Il racconto prosegue con un flash back ad alcuni mesi prima nella sede della Melting Pot, il cui fondatore e principale azionista è Jack Stock, un americano ex-dipendente della Microsoft e fanatico ammiratore di Bill Gates. Gli altri soci della Melting Pot provengono rispettivamente dalla Norvegia (MoonRay), dalla Nigeria (Mandrake), dalla Corea (Storm) e dall'Italia (Swatch). Nel corso delle battute finali dello sviluppo del videogame, Swatch, che è un ricercatore dell'Istituto di Metodi Quantitativi della Bocconi, annuncia di aver scoperto un algoritmo di compressione in grado di fungere da modello di un rivoluzionario sistema operativo in grado di surclassare in termini di prestazioni il sistema Windows della Microsoft. Il progetto viene battezzato B2, dalle iniziali dello slogan Beat Bill (dove Bill è il Bill Gates della Microsoft). Il nuovo sistema (oltre 200.000 volte più veloce degli attuali personal computer che utilizzano Windows) è concettualmente molto diverso da tutte le attuali architetture informatiche e richiede pertanto lo sviluppo di un apposito hardware, molto meno costoso però degli attuali processori della Intel.
Ma un’Organizzazione di spionaggio industriale ha messo gli occhi su B2 e per averlo è disposta a tutto, anche a uccidere…

Scarica i primi capitoli di questo romanzo.


Per chiunque si sia occupato per passione o per professione d’informatica, Bill Gates, il fondatore della Microsoft, resta e resterà uno dei personaggi più amati e più odiati di tutti i tempi. Chi non ha imprecato contro gli errori di Windows, scagli il primo bit! Eppure è solo grazie a Bill e al suo monopolio se oggi miliardi di PC sparsi nel mondo si scambiano informazioni e file che tutti sono in grado di leggere.
È da questa contrapposizione che nasce BFiction, ambientato non in un campus tecnologico, ma in quello della più importante università di economia e management italiana e europea, la Bocconi di Milano.
Questo romanzo, un thriller tecnologico teso e denso di accadimenti, oltre al tautologico obiettivo di raccontare una bella e avvincente storia, vuole solo ricordare che in questo mondo, nulla e nessuno è per sempre.
Nemmeno la più grande corporation e l’uomo più ricco del mondo, possono dormire sonni tranquilli, perché da qualche parte, magari in un sordido scantinato, un brufoloso ragazzotto sta per avere un’idea che scardinerà il loro business dalle fondamenta.
Questa è innovazione e, alcune volte, questa innovazione non necessita nemmeno di budget miliardari, ma solo e soltanto di ingegno e olio di gomito.

Però Bill, ancora una volta, ci ha fregati tutti e si è messo, anima e corpo, nel più bel business esistente: quello di aiutare gli altri. Bravo!

Leggete i primi capitoli di questo thriller tecnologico e appassionatevi alla storia, così poi, magari, comprate il libro.

 

L'assaggio  


dal quarto capitolo
Webmaster 00

La vita, a volte, appare da una prospettiva inattesa, come quando, passando per una via notiamo lo scorcio di un palazzo che solo da quell'unica posizione si mostra nella sua vera bellezza. Eppure, in quella via ci abitiamo o lavoriamo da anni. Scherzi della prospettiva…
Steven Kaukonen aveva stampigliato sul volto quella stessa sorpresa, mentre la sua segretaria gli era seduta a cavalcioni sul torace e gli premeva la canna di una Glock sotto la mandibola. Sdraiato sulla moquette del suo ufficio, le apparve da una prospettiva davvero sorprendente.
Conosceva Elizabeth Hurley da almeno cinque anni ed era sempre stata premurosa ed efficiente nei suoi confronti. Oltretutto sembrava non avere una vita privata, cosa che agli occhi di un capo è quanto di meglio si possa chiedere ad un'assistente. Bruttina, con gli occhi resi goffamente enormi da un paio di robuste lenti da miope, Elizabeth non era mai stata causa di un problema, almeno fino a cinque minuti addietro quando, con una ginocchiata all'inguine, l'aveva atterrato e gli era saltata addosso."La password del server" gli stava chiedendo con la voce resa stridula dalla tensione, mentre aumentava la pressione della Glock sotto il mento "dammela subito o ti ammazzo, brutto… pezzo di merda".
"Ma Elizabeth…"
Le parole gli finirono in un fiotto di sangue perchè lei, senza provare alcun orrore per quello che stava facendo, gli aveva fracassato il labbro inferiore con il calcio della pistola.
"La password" ripeté accompagnando le parole con un sorrisetto di soddisfazione.
Kaukonen, che aveva passato gli ultimi trent'anni, seduto davanti a spettrografi e microscopi elettronici, non era preparato alla fisicità di quella situazione e, farfugliando per il sangue e il dolore che gli stavano riempiendo la bocca, gliela diede. Elizabeth, senza staccare la pistola dalla gola di Kaukonen, si alzò e con il braccio sinistro proteso verso la scrivania digitò il codice alfanumerico sulla tastiera del PC. Non appena sul video apparve la schermata dell'applicazione di Project Management, Elizabeth affondò ancor più la Grock nel collo di Steve e, senza tradire la minima emozione, tirò il griletto.
Quando il suono dello sparo attutito dal silenziatore ebbe finito di percuoterle le orecchie, della faccia di Kaukonen era rimasto poco. Il proiettile era uscito dalla protuberanza metafisica sinistra, trascinando con sé il bulbo oculare del lato opposto, uno di quegli strani giochetti che solo la balistica applicata all'anatomia è in grado di creare.
Elizabeth, che prima di allora non aveva mai sparato un colpo nemmeno ad un baraccone del Luna Park, si alzò e andò a vomitare nel cestino della carta straccia.
Poi girò attorno alla scrivania e, tentando di non guardare più in direzione del cadavere, si sedette davanti al computer.
Le mani le tremavano così tanto che faticò a lungo prima di riuscire a costringere il puntatore del mouse a raggiungere il menu dei file.
L'Organizzazione le aveva detto di copiare e cancellare dal sistema solo i file relativi a RX28CGI, quello che lei aveva sempre pensato essere il principio attivo di una nuova, straordinaria molecola antitumorale, ma che invece Akira, l'agente con la quale era in contatto, le aveva spiegato essere una micidiale arma batteriologica.
Elizabeth guardò l'ora. Le rimanevano solo pochi minuti, poi sarebbe passata la guardia per la consueta ispezione.
Che Steve Kaukomen e la società per la quale lei stessa lavorava fossero al servizio dei terroristi islamici, era stata una rivelazione che le aveva sconvolto la vita. Per fortuna sua e del mondo intero, Akira le aveva aperto gli occhi.
Nauseata e terrorizzata, non si era presentata al lavoro per un'intera settimana e, probabilmente, non vi avrebbe più fatto ritorno se il suo amante non le avesse offerto quell'opportunità per salvare se stessa e il mondo da l'ennesimo orrore. Per questo Steve Kaukonen era morto: per non lasciare traccia alcuna di quella mostruosità.
Elizabeth infilò i due CD nella tasca della giacca e uscì dall'ufficio di Kaukonen riuscendo ad evitare che il suo sguardo cadesse nuovamente sul cadavere. Spense le luci e socchiuse la porta che dava sul corridoio.
Sentì subito il rimbombo dei passi della guardia che stava percorrendo il suo solito giro d'ispezione. Le dita della mano destra strinsero ancora più forte il calcio della Glock. Akira l'aveva preparata anche a quell'evenienza: anche se sapeva che si trattava di un'innocente che con tutta quella sporca faccenda centrava tanto quanto lei, non avrebbe esitato ad ucciderlo. Richiuse la porta e si nascose dietro ad un armadio. Pochi secondi dopo vide la porta aprirsi e la mano della guardia tastare il muro alla ricerca dell'interruttore.
Lo sguardo corse alla porta che divideva il suo ufficio da quello di Kaukonen: l'aveva lasciata spalancata! La guardia avrebbe visto subito il cadavere. In quello stesso momento seppe che avrebbe commesso il suo secondo omicidio.
La luce si accese e l'uomo, per fortuna uno che non aveva mai visto, entrò nella stanza. Elizabeth uscì dal nascondiglio con la pistola tesa davanti a sé. Si trovava a meno di mezzo metro dalla testa della guardia: non poteva sbagliare. Mentre premeva il grilletto vide il terrore dipingersi sul volto dell'uomo, anche se non riuscì a capire se era dovuto alla vista del corpo esamine di Steve o della Glock puntata verso la sua tempia. Ancora una volta i suoi sensi si saturano della detonazione soffocata dal silenziatore e dell'odore della polvere da sparo.
La prima reazione di Elizabeth fu quella si spegnere la luce, non perché qualcuno la potesse vedere, ma perché era lei a non voler più vedere.
Un rantolo. La guardia era ancora viva.
Il corpo ostruiva la porta ed Elizabeth, per la prima volta in tutta quella lunga serata, non sapeva cosa fare. Prima di essere colpito era riuscito a vederla in faccia? Stava morendo oppure la sua era soltanto una ferita grave, ma pur sempre solo una ferita?
Incomiciò di nuovo a tremare. Non era più sicura di niente. In preda al panico si avvicinò alla porta e trattenne il respiro. Silenzio. Anche la guardia aveva smesso di rantolare. Forse era morta. Trattenendosi a stento dal mettersi a correre scavalcò il corpo con il piede destro e sbirciò fuori della porta. Nessuno: il corridoio era deserto.
Si diede una spinta con la gamba sinistra, facendo attenzione a non incespicare nella guardia. Prima di mettersi a correre verso la scala antincendio, si tolse le scarpe. Non voleva che l'altra guardia che sapeva, sarebbe passata da lì a poco, potesse sentirla.
Aveva già mosso il primo passo verso la sua via di fuga quando si sentì trattenere per una gamba. Ad Elizabeth sfuggì un urlo. Tentò di divincolarsi ma la mano della guardia era avvinghiata alla sua caviglia e l'uomo aveva cominciato a rantolare qualcosa. Terrorizzata si voltò, abbassò la pistola e sparò più volte verso in direzione corpo fin quando non si sentì libera dalla stretta.
Subito dopo sentì dei passi concitati provenire dalle scale e la voce di un uomo, di certo l'altra guardia, che urlava qualcosa.
Raggiunse la scala antincendio e senza voltarsi indietro cominciò precipitosamente a scendere. Le urla erano sempre più vicine.
Elizabeth percorse le tre rampe senza nemmeno accorgersi dei tagli che il metallo dei gradini stava infliggendo ai suoi piedi scalzi. Quando arrivò in cortile, la guardia si era appena affacciata sulla scala.
Come la vide, le intimò di fermarsi. Elizabeth si mise a correre verso la via di fuga prestabilita, una porta di metallo ormai in disuso che dava sul retro della fabbrica. Nei giorni precedenti se ne era procurata la chiave e Akira, una notte, ne aveva verificata l'apertura.
Uno sparo. Sentì la pallottola che andava a conficcarsi nel muro, pochi metri avanti da dove si trovava. Lei continuò a correre, senza nemmeno seguire l'istinto di abbassare la testa. Akira era lì fuori che l'aspettava con il motore acceso. La porta si spalancò e apparve la figura del suo amante. Mancavano ormai pochi passi ed Elizabeth, nonostante un'altra pallottola le fosse passata a meno di un metro dalla spalla, gli sorrise. Era il primo uomo che l'aveva davvero amata, era la sua vita, il suo futuro…
Akira allungò il braccio e lei fece lo stesso. Ancora un passo, le due mani si sarebbero congiunte e lui l'avrebbe tratta a sé.
Elizabeth si sentì spingere per le spalle, come se qualcun altro fosse giunto ad aiutarla. Quando rovinò addosso ad Akira, il proiettile sparato dalla guardia le aveva spezzato la colonna vertebrale ed era già penetrato nel cuore.
L'ultima cosa che avvertì fu la mano di Akira che le frugava nelle sue tasche alla ricerca dei CD.
Il giapponese adagiò il corpo esangue della sua amante sul selciato, prese la Glock che lei stringeva ancora fra le mani, la alzò in direzione della guardia e, senza nemmeno fermarsi per prendere la mira, sparò un colpo solo che raggiunse l'uomo alla testa. Lo guardò precipitare dalla scala antincendio, finché non sentì il tonfo del corpo sull'asfalto del cortile.
"Questo" pensò " per avermi tolto il piacere di ucciderla con le mie mani".

Scarica i primi capitoli di questo libro

 

 

.

 

Copyright © 2009 - 2010  - All rights reserved - Tbook  è un marchio e un formato di libro depositato - info@tbook.it